alcuni video di cui ha curato e/o

regia, montaggio, produzione, scenografia,idea, segreteria di produzione ed edizione, ecc.

 

2002

crème fatale

2000

cinephila communis

2008

dissolvenza al nero

2006

BADgeTIME

 

2008

l'ora dell'incontro

2008

di giochi e di specchi

1999

depress one

1998

the 70's files

 

2003

resti d'aria

 

2000

noi piccoli uccelli

2000

01 misticismo

 

1998: Premessa - nasce il Satie’s Fashion Group

Il “Satie’s fashion group” nasce da un’idea di Matteo Paternò nella primavera del 1998.

Matteo inventa il nome, il logo, l’idea del primo video, e chiama i primi collaboratori:

Stefano, esperto di immagini realizzate con 3D Studio.

Enrico, esperto di cinematografia, appena tornato da un Master sulla regia negli USA.

Alessandro, che da tempo lavorava realizzando video.

Veronica si aggiunge a questa prima esperienza un po’ a giochi fatti, insieme a Cecilia Muzzi.

 

Racconta Matteo:

“Veronica era una mia compagna di università: l’incontrai una sera in un noto locale all’aperto fiorentino, e da parte di entrambi venne il desiderio di partecipare al concorso “Videominuto” organizzato da Controradio, che aveva scadenza di lì a pochi giorni.

Il tempo stringeva e c’era tanto da fare, e decidemmo di unire le forze.

Durante la lavorazione del primo video Veronica scelse di occuparsi della segreteria organizzativa e di produzione che, coinvolgendo un discreto gruppo di comparse ed attori in costume anni ‘70, nonché diverse location, era tutt’altro che semplice. Ma soprattutto Veronica apportò il suo grande entusiasmo e umanità al gruppo, trasformando in breve tempo quello che era essenzialmente nato come un progetto da “piccolo gruppo di amici con competenze ben specifiche” in qualcosa di diverso: un collettivo eterogeneo di artisti e di idee creative, dove le idee venivano masticate e rielaborate continuamente, dai singoli e dall’intero gruppo.

Il primo tentativo, “70’s files”,  non ebbe un grande riscontro, le cose belle dovevano ancora arrivare”.

 

Infatti, negli anni seguenti, il gruppo realizzò due video che ricevettero vari premi e molta attenzione nell’ambiente degli appassionati di cortometraggi: il gruppo Satie’s Fashion venne definito “famigerato”, destando molto interesse sulla scena fiorentina.

Nel frattempo, del nucleo originario erano rimasti solo Matteo e Alessandro. Veronica aveva coinvolto molti altri in quella che ormai si avviava a diventare una piccola “factory” fiorentina.

 

1998 - 70’s files

L’idea per questo video, The 70’S files, è sostanzialmente una parodia degli “uomini in grigio” noti agli appassionati di Martin Mystère, o dei “Men in black” cinematografici.

Protagonisti: un gruppo di persone addestrate per scoprire e occultare le più incredibili scoperte e invenzioni fatte in passato dall’umanità per non mettere in pericolo le certezze della gente.

L’ipotesi parodistica del video è immaginare l’esistenza fin dagli anni 70 di alcuni oggetti diventati di uso comune molti anni dopo: una parabola satellitare in giunco, un impossibile giradischi in grado di leggere i cd, un computer che mostra sul video l’impossibile schermata di… Windows 75! Non solo: nel filmato appaiono anche un walkman anni ‘70 fatto come un ingombrante Geloso a bobine, un disco di tal Fausto che suonava “Smell like teen spirit dei Nirvana” con il suo sassofono, un “cellulare” di dimensioni identiche ai telefoni dell’epoca.

Insomma, un video ironico, giocato sul paradosso, girato con un montaggio serrato.

Presentato al Videominuto nel 1998, non ricevette particolari riscontri, ma il seme era stato gettato.

 

1999 - Depress One

Secondo capitolo della carriera del “Satie’s Fashion Group”, questo video è il primo a essere legato fortemente a Veronica. Nel frattempo, infatti, si sono aggiunte tante altre persone, seguendo l’idea di Veronica di aprire il gruppo all’apporto di più menti possibili: è nato, ormai, un vero e proprio collettivo artistico.

L’idea è originale e provocatoria: mettere in scena la pubblicità di un immaginario farmaco pro-depressione: il “Depress One”, appunto. Il video si muove su due piani: mostrare la banale e ordinaria “vita felice” del protagonista prima dell’assunzione del farmaco, illustrando poi allo spettatore gli incredibili risultati della cura: una progressiva, inevitabile, discesa negli abissi della depressione più nera e autodistruttiva. Il tutto sostenuto da una musica allegra e da un ritmo rapido e frizzante, proprio come i “veri” farmaci antidepressivi. Una polemica al culto della “felicità obbligatoria” che coglie nel segno, facendo guadagnare i primi riconoscimenti al nostro gruppo: la menzione speciale al Videominuto 1999, un premio al festival “Spotkiller” di Biella.

 

2000 - Cinephila Communis

Arrivato alla scadenza del “Videominuto” del 2000, il gruppo si è ristretto, ma i tre membri rimasti, tra cui Veronica, non si fanno scoraggiare e si gettano nell’ennesima impresa.

L’idea è questa: un serial killer che colleziona vittime come farfalle, mettendo i corpi in apposite teche e archiviandoli per categorie. Nella tetra casa del maniaco, inchiodati sottovetro, fanno bella mostra di sé geometri, sportivi, hippy e quant’altro. Ma al maniaco manca una categoria: lo spettatore. Così, lo sguardo dell’assassino si rivolge a chi guarda: sei proprio tu, la vittima mancante!

Il video, montato con un taglio veloce e ossessivo in modo da suggerire l’idea di un trailer cinematografico, non è tra i vincitori del Videominuto ma trionfa al “Videolugosi”, il principale festival di cortometraggi horror di Firenze, e al concorso “Schermi irregolari”.

Nel frattempo, Veronica sta cominciando a coltivare la passione per la regia e il montaggio: una passione che l’ha accompagnata per tutta la vita.

 

2000 - 01 (Misticismo) – Noi piccoli uccelli

Il Satie’s Fashion si scioglie l’anno dopo Cinephila Communis, ma alcuni dei suoi membri non si danno per vinti, e fondano il collettivo chiamato “Kamenka”, dal nome russo di una zanzara particolarmente fastidiosa. Alcuni dei suoi membri si iscrivono a un corso di regia e montaggio organizzato presso i locali delle Officine Galileo. Il risultato è “01 Misticismo”, un pasticciato ma divertente cortometraggio: alcuni stralunati ragazzi si perdono nelle campagne toscane dopo da una festa di capodanno, finendo per imbattersi nientemeno che nel monolito di “2001 Odissea nello spazio”. Passato lo sbigottimento, scopriranno che l’imponente struttura altro non è se non un enorme pezzo di… hashish. Il finale del cortometraggio è un puro delirio in cui la parodia della “cultura delle droghe” degli anni 70 si incrocia con le citazioni di Kubrick.

A Veronica si deve parte del soggetto e della sceneggiatura ma, come spesso accade nei corsi, il risultato finale, nel tentativo di mettere d’accordo tutti i partecipanti, è piuttosto confuso e perde in parte di vista l’idea iniziale.

L’esperienza di “01 Misticismo” mette Veronica in contatto con altri appassionati cineasti fiorentini, tra cui Francesco (che poi si inventerà la Cortomobile, un’auto con cinema incorporato che farà sensazione anni dopo). Sempre nel 2000 collaborerà con lui per realizzare il corto “Noi piccoli uccelli”, premiato anch’esso a vari festival italiani.