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Da una mail di un collega di Università di Veronica

A annamariabettini@veronicalocatelli.it

Data Thu, 14 Jan 2016 08:57:34 +0000 (UTC)

Oggetto VERONICA

 

Carissima Anna Maria, non riesco a trattenere una commozione immensa nel leggere l'esito finale della vicenda giudiziaria che riguarda la nostra cara Veronica. Innanzitutto sono felice di vedere ricostruita un'immagine realistica e onesta della persona e della situazione. Oltre a questo mi fa piacere recuperare personalmente un po' di fiducia nell'operato della giustizia, sia pure esasperatamente lento, lento...

Sono vicino a te in questo momento in cui il ricordo di Veronica, nelle aule universitarie e con i miei colleghi, per me è ancora più vivo: spesso mi trovo a pensare, di fronte alle difficoltà continue che il nostro percorso di lavoro ci propone, come sarebbe stato bello e utile confrontarmi con Veronica e avere il suo parere, il suo giudizio, il suo aiuto ed il suo imparagonabile brio a disposizione per affrontare tante situazioni.

Un abbraccio, e un immenso grazie per quello che hai fatto in questi anni, insieme a tutti gli altri amici che ti sono stati vicino e che ringrazio.

Gianluca


Pensierino lasciato sul parabrezza della macchina in via Bronzetti il 25.01.2014


 

due ulivi al Forte Belvedere in memoria di Luca e Veronica


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Poesia esposta alla scuola dell'infanzia "Giovanni Boccaccio" dove Veronica ha insegnato ed ha lasciato dei bellissimi ricordi.

 

 

 

 


Il Ritratto di Raffaele Palumbo (Pubblicato sul Corriere della sera 19.07.2008)

 

"Sette minuti di auto insieme ed eravamo già amiche"

 

Veronica Locatelli rivive nelle parole dei suoi amici, che per tenerla ancora legata a questo mondo parlano di lei al presente. Veronica ha fatto, Veronica ha detto, Veronica è.

Amici da dieci anni, amici più recenti, amici da una vita, con cui si è condiviso anche l'asilo. Non stupisce, sebbene sia straziante, il dolore fortissimo raccontato dalle voci rotte dalla commozione. E non stupisce nemmeno lo stupore che tiene il lutto sospeso, a causa di una morte che tutti definiscono "assurda".

La cosa che colpisce di più, parlando con gli amici di Veronica è la loro fermezza, la loro lucidità tutta tesa a restituire alla città una memoria, la memoria di una vita breve durata esattamente trentasette anni. Fino all'ultimo giorno, fino al momento più tragico. Gli amici e le amiche ricordano la "cicci", come la chiamavano. Anzi, come continuano e continueranno a chiamarla.  E chiedono l'anonimato. "Che si parli di lei, i nostri nomi non sono importanti".

E non senza fastidio, le amiche e gli amici tornano su quanto accaduto al Forte Belvedere. Come ad impedire qualunque illazione illegittima, prima del ricordo, parole di chiarezza. Veronica non beveva, "non poteva bere per la gastrite". Veronica non avrebbe tentato manovre azzardate, "soffriva di vertigini, non prendeva neanche l'aereo". "L'aveva preso una volta sola - ricorda un'amica - per andare a Londra". E dopo quella volta, la paura di volare invece di attenuarsi, si era accentuata. Innamorata della capitale britannica per il suo fermento artistico e culturale, alla fine Veronica era diventata esperta nel mettere in piedi complicate combinazioni di treni e traghetti, per arrivare oltremanica senza dover salire su un aereo. Prossimo viaggio a Londra sarebbe stato tra pochi giorni, il 10 agosto, nei suoi progetti per l'estate e per migliorare il suo inglese.

Veronica viene raccontata come persona eclettica. "Lavorava con passione alla regia, al montaggio di video, di corti, stava realizzando un documentario". Un'altra amica la definisce "una filosofa del part-time". "Lavorava tanto, prima come maestra, poi al Provveditorato, poi adesso all'Università come tutor, a Scienze della Formazione. Tutto era finalizzato alle sue passioni, alla straordinaria creatività. Con il lavoro pagava le bollette e così poteva continuare a fare corsi per migliorarsi, studiare l'inglese, fare cinema". Il Cinema era la sua grande passione. Di giorno al lavoro, di notte al montaggio video. L'amico di sempre dice: "Era la persona più creativa e socievole che abbia conosciuto. Anche parlando in questi giorni con voi giornalisti, abbiamo scoperto che a Firenze erano veramente in tanti a conoscerla". Con un forte senso dell'umorismo, dell'ironia era dotata di una vitalità che alle volte spiazzava i sui stessi amici. "Riusciva a trasformare tutto, ogni stimolo, in un'idea nuova. E ogni volta che partiva e qualcuno cercava di scoraggiarla era tipico sentirle rispondere <siete vecchi>".

Veronica teneva insieme il gruppo, "una comunità di uguali", dice un suo collaboratore. "Amava creare gruppi, lavorare in gruppo, senza leader di nessun tipo. Anche quando faceva la regista non voleva che il suo nome apparisse per non mettere in ombra gli altri. Ha avuto il grande merito di tenerci sempre svegli, era capace di mobilitare trenta persone per girare un cortometraggio".

La capacità di intessere relazioni non effimere è un'altra cosa che tutti ricordano. "Era veramente la migliore amica di tutti noi e con ciascun di noi aveva un rapporto unico e particolare". "Quando l'ho incontrata per la prima volta dieci anni fa, ci siamo conosciute facendo insieme un breve tratto di strada in macchina. In sette minuti eravamo amiche".

Gli amici si interrogano per ricostruire la vita di Veronica: "Ne faceva veramente tante. L'università, il cinema, i corti che poi metteva su MySpace con il gruppo delle "Acrobate", come "Dissolvenza al nero", o "Crème fatale", che aveva anche vinto il premio del settimanale Musica per la miglior regia. E poi i cd sui corsi di inglese usciti con il Corriere della Sera e l'Espresso, il "Caffè degli Zeri", la video istallazione alla Limonaia di Villa Vogel a gennaio, la partecipazione al festival di corti Videominuto, dove aveva ottenuto menzioni speciali, la partecipazione al Satie's Fashion Group di Firenze, che si impose con il film "Cinephila Communis", vincendo i due festival fiorentini Videolugosi e Schermi Irregolari.

E l'elenco potrebbe continuare a lungo, gli amici ricordano anche fatti lontani nel tempo, come la partecipazione al mensile fiorentino Silenzio Stampa, o più recenti, come i booktrailer proiettati alla biblioteca delle Oblate, la collaborazione con il centro Oncologico toscano, per contribuire attraverso i video alla prevenzione dei tumori al seno. "Aveva in cantiere video musicali, già perché anche la musica era una sua grande passione. Cercava in ogni modo di comunicare il suo mondo ed il suo sguardo sul mondo. Anche quando non si perdeva un singolo festival di cinema coreano, non era mai elitaria, intellettualistica". C'è poi tra gli altri un amico, particolarmente amareggiato, "morte assurda" si diceva all'inizio: "Ci siamo per anni nascosti dietro alibi come l'organizzazione o le tecnologie e ci siamo dimenticati le persone. Non è vero che non si interviene finché non c'è il morto. Il morto, al Forte, c'era già stato".

 


dal Blog di Paola Iacomelli (giovedì 17 luglio 2008) Mostra dedicata a Veronica Locatelli















biglietto lasciato al cimitero di San Donato in Poggio, ottobre 2009


oggetto con messaggio lasciato al cimitero di San Donato in Poggio, 7 luglio 2010